Gentili colleghe e colleghi,
non mi è possibile, colpito come sono dalla compostezza e dignità dimostrata dal popolo giapponese, inoltrare il messaggio che, con la mia sensibilità di studioso, avevo in animo per l’occasione del 150° dell’Unità d’Italia.
Non trovo dignitoso tralasciare il sentimento d’ammirazione che sento per quel popolo, sino a pochi giorni fa a me estraneo, per lasciare il posto alla bolsa retorica istituzionale con cui, all’ultimo momento, si vorrebbe affermare quell’Unità che, nei fatti non sussiste, e di cui il popolo giapponese ci è esempio.
Mi duole constatare come, in un momento in cui tutto il mondo si sta interrogando sull’opportunità dello sviluppo dell’ energia nucleare, con arroganza e senza il minimo rispetto per le paure e le angosce che questo atteggiamento genera in ciascuno di noi, i nostri governanti e le nostre istituzioni la ripropongano in Italia. Essi, presenti e passati, sono lo specchio di quell’Unità che domani si vorrebbe a tutti i costi celebrare.
Ma egualmente dico “Viva l’Italia“, con l’orgoglio di appartenere ad un popolo che è anche quello di Sergio Marchionne e Roberto Saviano.
Padova, 16 marzo 2011
Pietro Casetta